L'ESPERIMENTO

Prese una bolla di vetro e si predispose ad introdurre nel foro quello che sapeva fare non una nave ma una semplice poesia per l’esperimento ci voleva un supporto la cosa migliore era ancora una pagina di carta bianca riciclata o nuova non interessava il mondo era fottuto quindi anche gli alberi e gli uomini l’importante era mettere insieme delle parole che stessero l’una al gioco dell’altra in armonico contrasto prese quindi un pezzo di carta rimasto sul tavolo il resto era nel cestino della carta straccia una pinza sottile e lunga e lo introdusse delicatamente arrotolato nella bolla di vetro era l’inizio era il foglio bianco di partenza avrebbe potuto fermarsi lì e proporre una poesia senza parole ma non era da lui il vano cazzeggiar-sperimentale perché prendere in giro gli altri? Sono stanco disse in realtà era ormai sempre stanco anche all’inizio di una nuova impresa tanto valeva smettere subito oppure continuare e così continuò con pazienza prese una parola che diciamo era proprio “parola” poi ci vorrebbe un aggettivo - pensava ancora all’antica - anche se forse ecco “forse” era l’altra parola stette zitto a lungo poteva bastare? c’era ancora la coccoina? era diventato tutto più complicato o forse semplificato ma come incollare quella parola “parola” e poi quel “forse” che la metteva in dubbio avrebbe avuto senso sulla pagina bianca? era tutto così fragile e mobile la carta e le due parole da incollare gli tremava la mano e la pinzetta vagava incerta non riusciva a spingerla per cercare di incollare parola e dopo forse all’improvviso si distrasse e cadde la bolla una panciuta bottiglia di vetro che si ruppe il gioco era finito avrebbe ritentato la prossima volta che gli capitava una bottiglia vuota e qualche parola da mettere insieme per fare una poesia. Paolo Pezzaglia ppezzaglia@gmail.com www.paolopezzaglia.altervista.org