Io combatto la tua idea, che è diversa dalla mia, ma sono pronto a battermi fino al prezzo della mia vita perché tu, la tua idea, possa esprimerla liberamente. Non è certo che Voltaire abbia mai espresso questo pensiero, resta il fatto che rimane nella storia come una pietra miliare del pensiero libero che è alla base della cultura e di ogni democrazia liberale. In questo ambito abbiamo deciso di riportare, su sua autorizzazione, l'articolo di Lidia Sella pubblicato su Affati Italiani nel quale la giornalista e scrittrice intervista Antonietta Gatti, fisico, esperta di nanopatologie, biodiagnosta e “International Fellow SBE” (Societies of Biomaterials and Engineering) sul tema Sars-cov2. San Tommaso ha sfidato la fede credendo solo quando ha potuto inserire il dito nella piaga, a noi non è quasi mai concesso di farlo per avere certezze e la fede è l'unica via. Non ci resta che conoscere e credere, ciascuno a modo suo perchè la verità non è svelabile con il proprio dito. Buona lettura
Letture
“Pensai a un mondo senza memoria, senza tempo; considerai la possibilità d’un linguaggio di verbi impersonali o d’indeclinabili epiteti. Così andarono morendo i giorni e coi giorni gli anni, ma qualcosa simile alla felicità accadde una mattina. Piovve, con lentezza possente…” Jorge Luis Borges – “L’Aleph” Questa felicità, di cui ci parla Borges, come condizione archetipica, questa lentezza possente di un’estetica del silenzio in cui i nomi non sono ancora stati assegnati è evocata dai monocromi bianchi di Gianfranco De Palos.
Giunco e giunchiglia Il giunco verde e la giunchiglia gialla. Una palla gigantesca di latte: la luna. Fosforescente grava sulla notte di giugno. Ginepri rododendri fili d’erba umidi di gioia di vivere. Boschi pinete praterie uccelli e sulla terra un microcosmo pulsante di piccoli animali. Costellazioni congiunzioni astrali e finalmente il giunco e la giunchiglia d’infinita tenerezza congiunti come bimbi appena nati e stupiti al cospetto del creato. Un boato. Uno stillare di stelle sul bosco gocce o gemme, lampi o fili d’argento?
Samuel Beckett : Genio del “teatro dell'assurdo” La popolarità di Samuel Beckett, nato a Dublino (1906-1989), viene rapportata a molte opere teatrali facenti parte del “Teatro dell”assurdo”, insieme a Eugene Ionesco e Arthur Adamov. Samuel Beckett, ottenne il Premio Nobel mai ritirato, e fra le sue attività ricordiamo il lavoro di segretario per James Ioyce. Il suo capolavoro, quello che raccoglie tutte le ideologie di vita, è rappresentato nel testo “Aspettando Godot”, una delle opere teatrali più significative del '900.